Architetto e fondatore del Fondo per l’Ambiente Italiano – FAI
Renato Bazzoni nasce a Milano nel 1922. Dopo la laurea in architettura al Politecnico di Milano fu per vent’anni assistente presso la cattedra di Composizione architettonica dello stesso istituto. Dagli anni’ 50, nel pieno della ricostruzione e del boom economico, progettò e costruì nel capoluogo lombardo edifici pubblici e industriali, alberghi, case, ospedali, come il Pirellino di via Melchiorre Gioia. La sua passione fu però, fin da subito, l’architettura rurale “creata dalla gente dei campi, delle montagne, delle coste,” come amava definirla. Questa passione lo spinge in giro per l’Italia, in automobile e con la sua macchina fotografica, per documentare le testimonianze di un mondo contadino che sta scomparendo, fattorie fortificate, pievi isolate, trulli disseminati lungo la Penisola, e raccontare le grandi trasformazioni socio-economiche in corso nel nostro Paese.
Nel 1964 si iscrive all’associazione ambientalista Italia Nostra, rivestendo la carica di presidente della sezione di Milano dal 1973 al 1977 e dal 1981 quello di consulente della sede centrale. Nel 1967 è ideatore e curatore di “Italia da salvare”, la prima grande mostra del nostro Paese che denuncia i disastri del dissesto ambientale e la rovina del patrimonio artistico, realizzata con molte sue fotografie. La mostra è un successo internazionale – rimarrà in tour per cinque anni tra Italia, Europa e Stati Uniti – che scuote l’opinione pubblica di tutto il mondo, dopo l’alluvione di Firenze e l’inondazione di Venezia del 1966.
In seguito partecipa alla ricerca per la “Prima relazione sulla situazione ambientale del Paese” (Tecneco, 1973). Il nulla di fatto che ne segue e la presa di coscienza che un’epoca di progresso illimitato è finita, dopo lo choc petrolifero del 1973, spingono nel 1975 Bazzoni, Giulia Maria Crespi, Renato Predieri e Franco Russoli a fondare il FAI – Fondo Ambiente Italiano, fondazione senza scopo di lucro nata per valorizzare e proteggere l’arte e la natura del nostro Paese, sull’esempio del National Trust inglese.
Il FAI sarà un impegno totalizzante per Bazzoni, all’opera nella doppia veste di tecnico del restauro e come inesauribile animatore della crescita dell’associazione, in un’attività che passava dal restauro dei luoghi del FAI – come il Monastero di Torba, i Castelli di Manta, Masino e Avio – all’organizzazione di conferenze e viaggi e alla stesura del Notiziario. Della sua attività di architetto restauratore vanno annoverati anche i progetti di restauro per la chiesa di S. Maria e il complesso di Villa Confalonieri a Carate Brianza, e per i parchi archeologici di Lilibeo (Marsala) e della Roccelletta (Catanzaro), per incarico delle rispettive Soprintendenze.
Numerose le sue pubblicazioni, comprendenti articoli, monografie, libri, lezioni, ricerche, quest’ultime su incarico del Ministero Agricoltura e Foreste («Stato delle coste italiane», «Carta della montagna», «Carta dei vincoli paesistici della Regione Lombardia»). Prestigiosi i riconoscimenti che gli sono stati conferiti, tra i quali la Medaglia d’argento dal Ministero per i Beni Culturali e il Premio per l’architettura e l’urbanistica della Fondazione Fritz Schumacher Stiftung di Amburgo (1969), nel 1968 la Medaglia d’argento del Comune di Milano; nel 1969 il «Biscione d’oro» dall’Ente Provinciale del Turismo di Milano e nel 1970 del «Premio Prora».
Renato Bazzoni muore improvvisamente il 9 dicembre 1996, nel pieno delle sue mille battaglie, lasciando un testamento morale che il FAI ha fatto proprio negli anni da allora trascorsi. Le sue ceneri riposano nel Monastero di Torba.
MOTIVAZIONE
II Consiglio Direttivo dell’Associazione, su indicazione unanime della Giuria, ha assegnato il Premio «HONORIS CAUSA» 1990 a Renato Bazzoni, esempio di vita tuttora attivamente impegnata nella difesa e promozione dei valori culturali e ambientali.