I PAESAGGI DELLE ALPI
Un viaggio nelle terre alte tra filosofia, natura e storia

Annibale Salsa

Donzelli Editore
2019

 

Presentazione dell’opera

Attraverso la lente di Salsa il paesaggio alpino passa dall’essere visto all’essere vissuto, diventando uno spazio di vita. I paesaggi delle Alpi sono l’esito della continua interazione nel tempo tra l’uomo e lo spazio montano: l’attività umana lascia delle tracce, che diventano segni, simboli, testimonianze stratificate di storie e di eventi. È l’essere umano, in altre parole, a «fare il paesaggio», ed è in esso che possiamo cogliere l’ibridazione tra natura e cultura. Per comprendere i paesaggi alpini è necessario ripercorrerne la genesi, individuando i fattori e gli eventi che hanno inciso sulla loro costruzione, ma anche guardare ai processi individuali e collettivi di creazione di senso sulla base dei quali questi luoghi vengono abitati. Tenendo insieme queste due prospettive è possibile capire come una prassi responsabile, attenta all’uso delle risorse, cosciente del valore del limite, fondata sul senso di appartenenza e sulla partecipazione sia l’unica strada per trasformare uno spazio fragile come quello alpino senza distruggerlo, permettendo a chi lo abita di continuare a farlo.

 

Note bio-bibliografiche dell’autore

Annibale Salsa, antropologo ed esperto conoscitore delle Alpi, ha insegnato Antropologia filosofica e Antropologia culturale all’Università di Genova. È stato Presidente generale del Club Alpino Italiano (CAI) e Presidente del Gruppo di lavoro Popolazione & cultura della Convenzione delle Alpi. È docente della Trentino School of Management – Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio della Provincia Autonoma di Trento e fa parte del Comitato Scientifico della Fondazione Dolomiti Unesco.
Si occupa di temi e problematiche attinenti l’antropologia del turismo montano, con particolare riferimento alle Alpi. È autore di articoli e di saggi pubblicati su riviste scientifiche specialistiche e di divulgazione, anche in contesti internazionali.

 

Motivazione della giuria:

Saggio che compie un passo avanti imprescindibile per chi, d’ora in poi, vorrà continuare il lavoro per la conoscenza e per la cura della montagna. E’ innanzitutto un vasto affresco di storia delle idee, nel quale il mondo delle Alpi, per antonomasia il mondo della montagna, appare con occhi diversi nel corso del tempo e nella varietà delle percezioni umane: terreno di fatica e di paura per il montanaro; spettacolo sublime per il cittadino; teatro di guerra per il soldato; laboratorio di arti e mestieri per i costruttori di una meravigliosa civiltà di forme adattative; soprattutto, e qui batte il cuore dell’autore e della giuria, antologia impressionante di esperienze regoliere di lunga durata, vive in tutto l’arco delle Alpi, con le quali le comunità insediate esercitano “un altro modo di possedere” i beni comuni, spazi di natura e di cultura che non sono privati, non appartengono al demanio pubblico, non sono alienabili o usucapibili, non possono cambiare destinazione d'uso, garantiscono dunque la persistenza del diffuso patrimonio agrosilvopastorale sul quale poggiano i primi piccoli ma importantissimi segnali di un “ritorno alle terre alte”.