
La narrativa di montagna, qualcosa di affascinante e profondo, qualcosa che riesce ad emozionare ogni tipo di lettore, che ha la passione per i libri che trattano di natura, rapporto con l’ambiente, esplorazione, ecologia.
La Montagna, mediante la narrativa è vista come quel grande masso che così imponente guarda tutti dall’alto, così forte che nessuno può spostarlo, così statuario che trasforma paesaggi in opere d’arte e così maestoso che sembra sfidarti a raggiungere la sua cima più alta. Come tutto ciò poteva non essere cuore di ispirazione per artisti e scrittori?
Le grandi cime sono sempre state lo sfondo di moltissime storie, sia vere che di fantasia, che hanno ispirato negli anni numerosi libri. Le montagne, con i loro paesaggi mozzafiato, i territori incontaminati e le cime innevate hanno fatto sognare generazioni di amanti della natura. Ma tutta questa bellezza, ricca di fascino, nasconde insidie e difficoltà. La montagna è stata spesso palco di grandi sfide che l’uomo ha deciso di intraprendere innanzitutto con se stesso. Queste sfide non sono state solo fisiche, ma anche psicologiche, perciò questo ambiente è diventato il simbolo del superamento dei propri limiti, e luogo dove ritrovare quiete e fascino della scoperta.
La montagna nella narrativa.
La montagna è presente nella narrativa da sempre, si potrebbe dire fin da quando l’uomo ha iniziato a scrivere. È nella Bibbia con Noè, il monte Ararat e l’Arca, il Sinai, L’Oreb, il monte di Dio e Mosè, il Calvario… anche se per parlare di letteratura di montagna vera e propria dobbiamo arrivare a Petrarca e alla sua Ascesa al monte Ventoso, che potremmo definire pietra miliare di questo genere. In quest’opera, per la prima volta la montagna viene scalata non per necessità di oltrepassare quell’impedimento, ma come esplorazione, alla scoperta di se stessi. L’ascesa al monte ventoso è un’esperienza che serve da insegnamento. Una volta raggiunta la cima, il significato allegorico dell’ascesa, che prima voleva simboleggiare la conquista del “mondo esteriore”, poi si trasforma in una ricerca orientata verso la profonda conoscenza di se stesso e della propria anima.
Il genere letterario di montagna nasce con l’alpinismo moderno, in epoca illuminista, quando si cominciano a guardare i monti come meta possibile e non solo come impedimento al cammino; la conquista del Monte Bianco segna questa svolta. Questo genere si trova diviso tra la componente illuministica dell’alpinismo: conquistare per conoscere, come nella scalata del Bianco organizzata da De Saussoure, e quella romantica della conquista, come Whymper sul Cervino, due componenti che spesso sono legate e inscindibili, in quanto questa fu non solo l’epoca delle grandi scalate, ma anche delle esplorazioni geografiche.
Il genere narrativo e l’approccio
Questo genere vede principalmente due tipi di approccio. Nel primo, l’autore descrive le proprie esperienze che ha vissuto realmente, è innanzitutto lui un esploratore, alpinista, scalatore e nei suoi racconti, nelle sue imprese. Il pubblico si emoziona, partecipa, soffre e gioisce; l’autore e il lettore arrivano insieme in vetta. Ne sono un esempio: Edward Whymper con “La conquista del Cervino”, Albert Frederick Mummery con “Le mie scalate”. Questa tipologia si rivolge sicuramente ai veri appassionati di montagna.
Nel secondo, il racconto è pura narrazione di fantasia, o comunque non descrittivo delle proprie imprese. Genere più adatto ad ogni tipo di lettore, incluso colui che non conosce particolarmente la montagna; un esempio: Salvator Gotta con Il Piccolo Alpino, Dino Buzzati con Barnabo delle montagne o Il Segreto del bosco vecchio.
Quindi i racconti sulla montagna possono essere descrizione di eventi reali, narrazione di storie inventate, allegoria di viaggi interiori… in tutti questi casi vale la pena leggerli e appassionarsi a questo genere che può arrivare al cuore di ciascuno, che sia esperto scalatore, amante della natura o semplicemente curioso e desideroso di esplorare luoghi, interiori o esteriori, non ancora conosciuti.
Il Premio Mazzotti e la Montagna
La montagna è una delle sei sezioni del Premio Letterario Gambrinus Mazzotti. Giuseppe Mazzotti fu un vero amante della montagna, un amore appassionato che durò per tutta la sua vita. Fu alpinista, in prima persona, “sempre pronto ad andare per monti”. Fu autore di libri che parlavano di montagna, citiamo “Grandi imprese sul Cervino”, ma soprattutto fu divulgatore della tutela dell’ambiente alpino. Mazzotti aveva un rapporto quasi spirituale con la montagna, di rispetto verso l’ambiente. Fu grande l’impegno di Mazzotti nel promuovere la salvaguardia dell’ambiente alpino. Sono molti gli articoli pubblicati negli anni sulle riviste del Touring Club Le vie di Italia e Qui Touring. Fu inoltre tra i soci del G.I.S.M. (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e fondatore della sezione CAI di Treviso. Importantissima è l’opera di sensibilizzazione portata avanti come accademico del CAI, che risultò nell’inserimento all’interno dello statuto della tutela dell’ambiente alpino, oggi di primaria importanza per l’associazione.
“La montagna è bellezza, contemplazione, ispirazione, elevazione. È natura allo stato primitivo, è incontro tra l’uomo e qualcosa di più grande e tra l’uomo e se stesso. È fatica e conquista, piacere e pena, è la più pura e accessibile forma di felicità.”
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