La nostra Associazione presenterà il 7 ottobre al Parco Gambrinus la ristampa del libro di Freya Stark “Una vetta del Darien”.
Il lavoro dell’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” non si ferma mai. È tempo di pensare al prossimo evento in calendario, in programma sabato 7 ottobre (e non più il 23 settembre, come previsto inizialmente) alle ore 17:30. Appuntamento al Parco Gambrinus di San Polo di Piave, dove avrà luogo la presentazione della ristampa del libro di Freya Stark “Una vetta del Darien”.
L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Annalisa Fregonese. Ad introdurre la figura di Freya Stark ci penserà il sociologo e storico medievalista Bruno Termite, tramite proiezioni di una videoregistrazione dal nostro archivio e di immagini ricordo dell’assegnazione della prima edizione del Premio Gambrinus (vinto dalla Stark con “Le valli degli assassini“). La presentazione di “Una vetta del Darien” sarà a cura di Giancarlo Cunial, docente di lettere e filosofia all’Istituto Cavanis Canova di Possagno
L’opera è stata pubblicata per la prima volta nel 1976 e poi tradotta in italiano nel 1987. A giugno di quest’anno, poi, la casa editrice di Treviso Michael Edizioni ha ristampato il testo in una versione ampliata. L’autrice Freya Stark, tra le più grandi esploratrici del Novecento, è considerata la caposcuola della letteratura di viaggio.
Una figura di riferimento anche per la nostra Associazione, avendo vinto con “Le valli degli assassini” la prima edizione del Premio Gambrinus Mazzotti (di cui quest’anno ricorre il quarantennale). Quel libro era il resoconto di un viaggio avventuroso in Persia, intrapreso dalla stessa Freya Stark e narrato con uno stile brillante e, a tratti, umoristico. “Una vetta del Darien” si presenta, invece, come un lavoro diverso, più intimista.
“Una vetta del Darien”: un omaggio alla vita
“La differenza sta nel cuore di chi ascolta. Se dimenticasse che vive alla fine del mondo, l’uccello canterebbe come cantava nel palazzo del tempo passato”: sono versi del poeta cinese Po Chu, che introducono uno dei capitoli più emozionanti dell’opera.
Le pagine di “Una vetta del Darien” sono caratterizzate da una grande forza evocativa. Alla base, vi è un’unica certezza, che poi vera certezza non è: “è l’incognita della vita ciò di cui si deve essere certi”.
Freya Stark, scrittrice prolifica e viaggiatrice instancabile, ha dedicato l’intera esistenza all’esplorazione di paesi lontani. Viaggi ed esperienze che hanno generato in lei un immenso amore per la vita. Con la consapevolezza della sua caducità, ma anche con la sicurezza di ciò che la vita stessa può regalare a tutti noi.
Freya Stark e l’Italia: la relazione con Asolo
La “regina nomade” viaggiò moltissimo, soprattutto in Medio Oriente, ma è con l’Italia che stabilì un rapporto particolare. Durante la prima guerra mondiale, lavorò per un paio di mesi come infermiera volontaria al servizio della Croce Rossa Britannica sul fronte italiano, a Villa Trento di Dolegnano. Nel 1927 intraprese il primo dei suoi numerosi viaggi salpando da Trieste per Beirut.
Fu, però, con il borgo medievale di Asolo che instaurò il legame più forte. Freya Stark iniziò a frequentare da bambina il paese trevigiano, che in seguito diventò il suo rifugio, un posto in cui ritemprarsi. Ad Asolo risiedeva una piccola comunità di inglesi, tra i quali il pittore Herbert Young, amico di famiglia.
Proprio da quest’ultimo la Stark ereditò nel 1941 una villa, poi ribattezzata “Villa Freya”. Il Comune di Asolo le riconobbe nel 1946 la cittadinanza onoraria, donandole poi le chiavi della città anni dopo, nel 1984. La scrittrice si spense ad Asolo nel 1993 all’età di cento anni, compiuti pochi mesi prima.
Nel 2018 il Museo civico della cittadina trevigiana ha dedicato alla Stark una sezione permanente, intitolata “La stanza di Freya”. La sala ospita i disegni, gli oggetti e i taccuini di viaggio a lei appartenuti. Una grande donna e una grande scrittrice, che la nostra Assocazione, come detto, omaggerà a dovere il prossimo 7 ottobre, con la presentazione della ristampa del suo libro “Una vetta del Darien”.