Antonio Bortoluzzi

Sezione
"Montagna: cultura e civiltà"
Paesi alti

Antonio Bortoluzzi

 

Presentazione dell’opera

Negli anni Cinquanta, in certi borghi sperduti di montagna, tutto è immobile sotto distese di neve che sembrano non sciogliersi nemmeno d’estate. Le parole boom economico, lì nei Paesi alti, non hanno alcun significato. Allora si emigra, si lavora la terra, si allevano bestie e si risparmia su tutto, anche sulle parole.

Nel 1955 il borgo montano chiamato le Rive non aveva nemmeno la tabella con il nome. Lì viveva il giovane Tonìn con sua madre, dopo che il padre muratore era emigrato in Svizzera.

Da febbraio a novembre, in attesa del ritorno del padre, Tonìn lavorò nei prati e con le bestie immerso nel fluire delle stagioni. Furono mesi di neve e poi di sole, di erbe e fioriture, di fatica e raccolti dentro i colori e le voci di un mondo dominato dalla natura.

Mesi e mesi di vita, dove imparò a fare a pugni, s’innamorò, odiò, tentò di difendersi e continuò a sognare. Vicino a lui una madre austera, portatrice di fatiche, di segreti e di un compito. Attorno a loro una comunità antica e viva, testimone inconsapevole di un modo di vivere che sarebbe scomparso in pochi decenni. 

Motivazione della Giuria

“Paesi alti” è un racconto disegnato con rapide immagini che, scorrendo in successione, rendono il senso della vita nei paesi di montagna negli anni difficili seguiti all’ultima guerra. è uno sguardo sulla crescita di Tonìn, che da ragazzo dai sentimenti fragili e insicuri, e che sogna altri destini, si prepara a diventare uomo consapevole, e forte. Bortoluzzi ci regala quadri di vivace immediatezza usando magistralmente parole semplici, chiare, dirette, che si fanno poesia per trasmettere suggestioni, per donare vere emozioni. Il lettore viene trascinato nei Paesi alti, e sente addosso a sé le stesse fatiche, le privazioni e i sogni del protagonista e dei suoi compagni di disincanto. è un romanzo che lascia segni profondi, che dà luce ad un mondo poco conosciuto e dunque trascurato, che guida a guardare la montagna con occhi e con animo diversi.

 

Antonio Giacomo Bortoluzzi, è nato in Valturcana (Belluno), nel 1965 e qui vive con la famiglia.

Ha pubblicato nel 2015 il romanzo Paesi alti (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), classificatosi terzo alla tredicesima edizione del premio letterario del CAI Leggimontagna e finalista al Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo 2016. Nel 2013 ha pubblicato il romanzo Vita e morte della montagna, che narra lo sradicamento e l’abbandono della vita contadina nelle terre alte, all’inseguimento della promessa disattesa del benessere portato dalla modernità di fabbriche e supermercati, con il quale ha vinto il premio Dolomiti Awards 2016 Miglior libro sulla montagna del Belluno Film Festival. Il suo esordio, tuttavia, risale al 2010 con il romanzo per racconti Cronache dalla valle (Edizioni Biblioteca dell’Immagine), in cui racconta le vicende classiche della vita contadina di montagna dando loro un carattere eroico e privo del facile entusiasmo per il “bel tempo andato” e che è risultato finalista e quindi segnalato dalla giuria del Premio Italo Calvino nel 2010.

Le tre opere compongono una trilogia al centro della quale sono poste le comunità di montagna e la vita di una vallata a partire dalla prima metà del Novecento fino ad arrivare ai giorni nostri, quelli della crisi economica.

L’autore, che è membro accademico del GISM – Gruppo Italiano Scrittori di Montagna, a partire dal 2007 ha pubblicato anche numerosi racconti sia su riviste e antologie sia in rete.