Paolo Lorenzon

Sezione
"Finestre sulle Venezie"
Racconti di un fotografo

Dalle terre del Piave di Paolo Lorenzon

Presentazione dell’opera

Le prime immagini scattate da Paolo Lorenzon nei dintorni del paese di Negrisia, a ridosso del Piave, risalgono alla fine degli anni Sessanta, sul limitare tra due epoche: un ‘medioevo’, lì sopravvissuto più a lungo che altrove, e la modernità, che ha cancellato in tempo breve quasi ogni traccia del passato. Il giovanissimo fotografo ha fissato in un bianco e nero quanto mai suggestivo i tratti distintivi di entrambi i mondi: ha così saputo restituire un’atmosfera e catturare l’anima di una terra e della sua gente.

Scrive Claudio Rorato nel testo introduttivo: “Dove sono oggi quegli ‘stradoni’ affiancati da siepi altissime, che portavano alle case dei contadini? E quelle aie spesso fangose, ingombre di attrezzi, dov’erano soprattutto gli odori a guidarti? Le zaffate della stalla, il profumo aromatico del fieno, l’odore erboso del radicchio?”.

Sul finire degli anni Settanta la campagna è ormai perfettamente ordinata, geometrica, drenata di ogni acqua superflua. In quel mondo profondamente mutato, l’artista sceglie di volgere lo sguardo verso altri luoghi e soggetti, prediligendo gli eventi atmosferici e gli spettacoli cui le leggi della fisica danno origine nella natura.

Motivazione della Giuria

“Non si riesce a staccare lo sguardo dalle pagine di questo volume!  È una raccolta di immagini, tutte in bianco e nero, che raccontano la terra del Piave, la sua gente, il lavoro, la fatica e la sofferenza, ma anche il filo sottile che unisce tutto ciò con le tradizioni e l’ingegno che le ha alimentate; narrano l’arte di vivere in armonia con la terra, col fiume, con la natura. Paolo Lorenzon ci insegna che col cuore e con gli occhi, grazie alla mediazione di un obiettivo, si possono trasmettere emozioni, e sensazioni profonde, ben più di quante si riesca con le parole. Ci fornisce dunque un’altra dimensione della letteratura, e dei valori letterari. In quest’opera si custodisce il riscatto di un’arte spesso misconosciuta, quasi sempre forzata, se non castigata, sugli aspetti della spettacolarità, dello splendore delle luci e dei colori. Qui invece la fotografia si fa voce, che a volte urla il dolore, la privazione, la disperazione della vita consumata sui campi, altre volte sussurra l’amore per la terra, per la vita che vi sboccia, per i silenzi dell’alba o della notte che avanza o per le mille armonie che accompagnano il lavoro contadino. Quella di Lorenzon è un’altra opera che restituisce pieno significato all’insegnamento di Giuseppe Mazzotti, cultore della fotografia e delle immagini capaci di rendere indimenticabile la bellezza di questa terra”.

Paolo Lorenzon, nato a Treviso nel 1955, vive e lavora a Ponte di Piave, Treviso. Da sempre ha dimostrato un grande interesse per l’ottica e la fotografia e dal 1972 al 1979 ha dedicato il maggior tempo alla fotografia, concentrandosi sul paesaggio e sulla vita contadina. Oggi preferisce occuparsi di altri soggetti e altri luoghi: è infatti affascinato dagli eventi atmosferici – albe e tramonti in montagna, il vento e le nuvole, i temporali e la pioggia, la brina e la neve – e da tutti gli spettacoli che le leggi della fisica provocano agendo sulla natura.