Alpinista e scrittrice
“La signora degli Ottomila”
“Sono solo un’alpinista, però con l’apostrofo. Quell’apostrofo è la mia bandierina di donna che faccio sventolare lassù”.
Nives Meroi, classe 1961, bergamasca d’origine ma friulana d’adozione, si è avvicinata all’alpinismo intorno ai 15 anni, e a 17 ha iniziato a salire le prime vie. A 19 anni ha incontrato Romano Benet, che da quel momento è diventato il suo insostituibile compagno di cordata e poi anche di vita.
Nella loro carriera hanno percorso alcune fra le vie più difficili delle Alpi, rendendosi protagonisti di imprese come la prima invernale al Pilastro Piussi alla parete nord del Piccolo Mangart di Coritenza e quella alla Cengia degli Dei, sullo Jof Fuart.
Col tempo il loro amore per la montagna li ha spinti ad esplorare orizzonti sempre più lontani, a spingersi dove l’aria è rarefatta e, come dice Nives, “Ogni passo diventa uno sforzo di volontà”.
Il loro è un alpinismo leggero e pulito, senza l’ausilio di bombole d’ossigeno, climbing sherpa e campi prefissati. Ande, Himalaya, Karakorum. Un percorso fatto di grandi successi, come la salita, nel 2003, di tre Ottomila in soli venti giorni (Gasherbrum II, Gasherbrum I, Broad Peak), seconda cordata al mondo a realizzare quest’impresa e Nives, prima donna in assoluto. Oppure il loro “K in 2”, salito e disceso in cinque giorni, in completa solitudine. E ancora l’Everest, il Tetto del Mondo, scalato anch’esso senza ossigeno né climbing sherpa. E poi Lhotze, il Kangchenjunga… fino alla cima del Makalu, il 12 maggio 2016.
Sono quattordici i Giganti della Terra che Nives e Romano hanno salito fino ad ora. L’11 maggio 2017 hanno toccato la cima dell’Annapurna (8.091 metri). Meroi e Benet sono così la prima coppia al mondo ad aver scalato in cordata tutti i quattordici 8 mila metri, senza ossigeno e climbing sherpa, insieme, un passo dopo l’altro: il cammino di due solitudini unite in coppia verso la cima.
Nives e Romano vivono l’alpinismo come stile di vita e per loro forza di volontà, passione e umiltà sono i valori che portano al successo, mentre ogni sconfitta alimenta la loro voglia di ricominciare. Perché a Nives, più che il risultato, è sempre interessata l’esperienza, l’esplorazione di se stessi in contesti diversi: “Il gusto della scoperta – ricorda – non è un piacere ormai perduto: basta girare l’angolo per «vedere l’altra faccia, quella nascosta e dimenticata della montagna”.
All’inizio del 2019 è stato pubblicato il suo libro “Il volo del corvo timido” (Rizzoli Editore), in cui racconta l’ascensione dell’Annapurna, una montagna difficile che per lei e per Romano Benet segna la conclusione di una fatica durata vent’anni.
MOTIVAZIONE:
Formidabile alpinista, scrittrice introspettiva, musa di bellezza sempre riscontrabile nelle sue tracce e nei suoi pensieri. La sua vita dimostra come una fuori classe può essere conscia dei limiti anche nel compiere imprese quali il salire i quattordici ottomila della Terra senza dimenticare umanità ed affetti.
Donna unica nel saper rinunciare agli exploit valorizzando il rapporto coniugale tanto da poter affermare alla ripresa dell’attività alpinistica che in vetta adesso ci si arriva in tre, pensando all’anonimo donatore di midollo osseo essenziale per la guarigione del marito, Romano Benet.