Alpinista e scrittore
Walter Bonatti, nasce a Bergamo nel 1930. Fin da giovane, si dedica all’alpinismo estremo, compiendo le sue prime scalate sulle Prealpi lombarde nel 1948; l’anno successivo, ha solo 19 anni quando decide di affrontare le più difficili pareti del mondo; e da quei primi successi la sua vita fu un susseguirsi di imprese dalle difficoltà estreme, spesso dal sapore dell’incertezza, dell’emozione, a volte realizzate al margine del dramma.
Tra le imprese più significative portate a termine spostando sempre più avanti i limiti dell’umanamente possibile sono senz’altro da annoverare la parete Est del Grand Capucin (1951); le pareti Nord delle Cime di Lavaredo in invernale (1953); il bivacco oltre gli 8100 mt. sul K2 (1954); la scalata solitaria del Pilastro del Dru (1955); la traversata sci-alpinistica delle Alpi, completata dalle Giulie alle Marittime (1956); la prima scalata del Gasherbrum IV° 7980 mt. (1958); la parete Nord delle Grandes Jorasses d’inverno (1963); la parete Nord del Cervino d’inverno, in scalata solitaria e diretta (1965). Centinaia di altre scalate di prim’ordine in Europa e in tutto il mondo, integrano la sua lunga carriera alpinistica del genere classico.
Dal 1965, Bonatti abbandona l’alpinismo estremo per dedicarsi all’esplorazione e all’avventura nelle regioni più impervie del mondo, come inviato del settimanale Epoca. I suoi reportages foto-giornalistici gli hanno valso i premi “Die Goldene Brende”, edizioni 1971 e 1973 (per iniziativa della rivista Bild Der Zeit di Stuttgart) e il riconoscimento in America con l’assegnazione del trofeo “Il Gigante dell’avventura – 1971” per iniziativa della rivista “Argosy” di New York.
È stato anche scrittore, autore di molti libri di successo: I Giorni Grandi (1978); Ho vissuto tra gli animali selvaggi (1980); Le mie montagne (1983); Avventura (1984); Magia del Monte Bianco (1984); La mia Patagonia (1986); Processo al K2 (1985); Un modo di essere (1989); L’ultima Amazzonia (1989); Montagne di una vita (1995); K2 – storia di un caso (1996); In terre lontane (1997); Fermare le emozioni (1998); Solitudini austral” (1999).
Numerosi i riconoscimenti conseguiti: Medaglia d’oro al Valor civile della Repubblica Italiana; Medaglia d’Oro del Consiglio d’Europa; Gran Premio dell’Académie des Sports di Parigi; Medaglia d’Oro al Valor sportivo italiano. Nel 2000 è stato elevato al grado di Ufficiale dell’Ordine della Légion d’Honneur dal Presidente Chirac.
Walter Bonatti è mancato a Roma nel 2011.
MOTIVAZIONE
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione “Premio Letterario Giuseppe Mazzotti” e la Giuria del Premio GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI”, all’unanimità hanno deciso di assegnare il Premio “Honoris Causa” a Walter Bonatti, con la seguente motivazione:
“Ultimo di quei grandi alpinisti classici che salirono vette intatte all’inizio dei tempi, scalatore solitario che ha saputo in giornate lunghe e terribili, fra ghiacci e grandi silenzi, scalare montagne tanto alte e lontane da essere spesso invisibili, nascoste fra le nubi. La parete Est del Grand Capucin, il pilastro del Dru, la Nord del Cervino, le magiche e misteriose cime himalaiane con il Ghaserbrun IV, gli oltre 8000 del K2, portando sulle spalle bombole di ossigeno per la cordata che lo precedeva, sorda alle sue chiamate e, di lassù, la lunga discesa per una delle creste di ghiaccio più alte del mondo.
Ha attraversato a piedi il Polo Sud, tanti altri posti remoti e sconosciuti ed è rimasto sempre quel ragazzo puro e coraggioso degno delle immense solitudini e delle grandi vette. E lassù, nei gelidi deserti di ghiaccio himalaiani, ha ritrovato in spirito il grande poeta himalaiano dei millenni passati, Milarepa, che scrisse quei versi che sembrano fatti apposta per lui: Nelle solitarie montagne fra le pietraie c’è uno strano mercato. Puoi barattarvi il vortice della vita per una beatitudine senza confini.
Quello strano mercato lo attendeva nei luoghi alti dove, secondo la Bibbia, Dio è presente e lo ha premiato.
Tutta la sua vita, limpida e coraggiosa, ritorna nei suoi libri che fanno rivivere momenti indimenticabili: grazie Walter, per tutto quello che ci hai dato”.