Nel 1983 l’esordio del Premio Gambrinus Mazzotti, con la vittoria del libro “Le valli degli assassini” della scrittrice britannica Freya Stark.
Ricorre quest’anno il quarantennale della prima edizione del Premio Letterario Gambrinus Mazzotti. In quell’occasione, ad aggiudicarsi il premio fu la scrittrice britannica Freya Stark con “Le valli degli assassini“. Il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1934 e dopo molti anni, nel 1983, tradotto e ristampato da Edizioni Longanesi.
Premio Gambrinus: tra passato e presente
“La Giuria – si legge nella motivazione ufficiale dell’epoca – ha voluto premiare, assieme ad un valido esempio di letteratura di viaggio, un’intera vita dedicata all’esplorazione nella scia della grande tradizione inglese. La Giuria ha inoltre espresso il suo plauso all’Editore Longanesi per aver finalmente tradotto e pubblicato l’opera principale di una scrittrice che da mezzo secolo ha scelto l’Italia come sua seconda patria.“
Tra i giurati della prima edizione del Premio Letterario Gambrinus Mazzotti, vi erano personalità di spicco come Walter Bonatti e Piero Angela (vincitori dei nostri riconoscimenti Honoris Causa, rispettivamente nel 2001 e nel 2006) e due membri – Cino Boccazzi e Alessandro Meccoli – del Comitato Promotore che l’anno precedente, nel 1982, aveva istituito il Premio stesso. Al concorso del 1983 parteciparono 25 opere, presentate da 17 case editrici. Il Premio speciale della giuria andò, per la sezione Montagna: cultura e civiltà, al libro “Uomini delle Alpi: contadini e pastori in Valtellina” (editore Jaca Book) di Aurelio Benetti, Dario Benetti, Angela Dell’Oca e Diego Zoia mentre, nella sezione Ecologia e paesaggio, l’opera designata fu “Il rosso e il verde. La distruzione della natura in URSS” (editore Edagricole) di Boris Komarov.
L’appuntamento per l’atto conclusivo della prossima edizione, la 41ᵃ, del Premio Letterario Gambrinus Mazzotti è per sabato 18 novembre, alle ore 16:00, al Parco Gambrinus di San Polo di Piave, in provincia di Treviso. In attesa di conoscere i nuovi vincitori, appare doveroso, a 40 anni di distanza, omaggiare il libro che si è imposto nella prima edizione del Premio e, naturalmente, l’autrice Freya Stark. Un testo, il suo, che rappresenta un classico del genere, con uno scritto di Alberto Moravia.
Focus su “Le valli degli assassini”
“Le valli degli assassini” è il resoconto del viaggio intrapreso dalla stessa Freya Stark nell’attuale Iran negli anni Trenta del Novecento. Un’avventura particolarmente rischiosa, sfidando ostacoli di ogni genere (briganti, freddo, fame), per andare alla ricerca del castello della setta degli Assassini. Un’impresa non certo comune, quella affrontata dalla Stark, in un’epoca in cui le esplorazioni erano monopolio maschile.
Con uno stile avvincente e brillante, il libro narra le peripezie dell’autrice tra deserti, montagne e fiumi. La vitalità di Freya Stark diventò presto leggendaria. Il suo energico approccio alla vita era accompagnato da uno sguardo acuto su costumi e culture e da un sottile senso dell’umorismo.
Grazie alla penna della scrittrice inglese, i lettori respirano le atmosfere di una terra tanto distante quanto inospitale, condividendo i disagi del viaggio ma anche la soddisfazione per i traguardi raggiunti. Ne “La valle degli assassini” non mancano anche consigli pratici per gli esploratori. Un’opera, insomma, affascinante ed eterogenea, in cui la Stark esprime un certo compiacimento per la propria lontananza da casa, unitamente al piacere di tuffarsi nei ritmi di una vita tribale.
Freya Stark: una vita di avventure
Freya Stark, nata a Parigi nel 1893 e scomparsa all’età di cento anni (nel 1993) ad Asolo, il suo buen retiro in provincia di Treviso, è considerata l’iniziatrice della letteratura di viaggio. Fu una delle prime donne occidentali ad esplorare il Deserto Arabico, a testimonianza di un coraggio fuori dall’ordinario. Il suo primo viaggio di rilievo risale al 1927, all’età di 34 anni, salpando da Trieste alla volta di Beirut.
Formidabile esploratrice, ma anche abile cartografa ed archeologa, Freya Stark viaggiò in luoghi quali Siria, Iraq, Iran, Palestina, Arabia meridionale, Afghanistan, Turchia, Egitto. In adolescenza patì un grave incidente in fabbrica che la lasciò parzialmente sfigurata, senza però minarne il carattere. Durante la seconda guerra mondiale lavorò per il governo britannico, esattamente per il Ministero dell’Informazione, in qualità di esperta del mondo arabo e con il compito di persuadere gli Arabi a sostenere gli Alleati.
Nella sua carriera letteraria, la Stark ha pubblicato trenta libri, tutti stampati dall’editore londinese John Murray, suo amico, oltre ad una sterminata serie di articoli e reportage. Il quarantennale del Premio Letterario Gambrinus Mazzotti è l’occasione ideale per celebrare la memoria di Freya Stark e il suo fondamentale contributo offerto al travel writing. Il lascito della scrittrice britannica è una chiara dimostrazione del potere della letteratura di viaggio di connetterci con luoghi e culture diverse.