In Ecuador, all’interno della riserva protetta che si estende nella foresta di Otonga, per un’estensione di oltre 2 mila ettari – esempio di polmone verde della Terra nel cuore dell’Amazzonia – si trova il nuovo Sendero Giuseppe Mazzotti. Lungo circa due chilometri, collegando la località di Otongachi con il Centro di Educazione Ambientale e della nuova Foresteria, punto di sosta per gli studiosi internazionali che vogliono approfondirne flora e fauna e la scoperta continua di nuove specie animali e vegetali, oltre che per l’accesso alla riserva da parte degli ecoturisti.
La Fondazione Otonga, coordinata dall’entomologo Giovanni Onore (che è stato relatore al convegno “Mai più l’ambiente preso in giro” organizzato dal Premio Gambrinus Giuseppe Mazzotti ad Asiago nel 2019), ha deciso di dedicare il sentiero al trevigiano Giuseppe Mazzotti.

 

Fin dalla nascita del progetto, l’Associazione Premio Letterario Giuseppe Mazzotti ha creduto nel progetto, forti delle motivazioni che avrebbero spinto anche il suo stesso ispiratore Mazzotti, un vero “ecologista ante litteram”. Onore parlò del progetto che aveva in mente nel corso di un convegno dedicato all’Amazzonia tenutosi a San Polo di Piave (TV) nel 1992 (in occasione del cinquecentenario della scoperta dell’America) e subito l’Associazione elargì la donazione che permise di acquistare i primi cento ettari di terreno. l’Associazione poi ha organizzato negli anni diverse raccolte fondi; nel 1998 ha coinvolto il suo partner Valcucine che, da allora, attraverso l’associazione Bioforest, garantisce a Otonga un sostegno continuativo.

 

A collegare la Fondazione Otonga al Premio Mazzotti non è solo il sostegno concreto ma anche la condivisione di interessi e ideali, ispirati appunto allo stesso Mazzotti. Il riconoscimento infatti non solo lo avrebbe reso orgoglioso ma ne certifica l’impegno a favore dell’ambiente e della sua difesa, ben prima che l’ecologia fosse riconosciuta come scienza. Instancabile e carismatico, Mazzotti, nella propria cerchia di intellettuali e artisti, contava anche menti brillanti e illuminate che avevano elaborato un pensiero ecologico ed una personale opposizione al consumo del paesaggio, come il poeta Andrea Zanzotto e la viaggiatrice e scrittrice Freya Stark.