Una cerimonia frizzante quella che si è tenuta nella tensostruttura del parco Gambrinus sabato 16 novembre in occasione delle premiazioni per la XXXVII edizione del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”.

Merito di un programma ben cadenzato, della conduzione scattante di Alice Montagner e Andrea Vidotti, oltre che del lavoro sincronizzato dei volontari, quasi invisibili ma preziosi.

Per la terna di quest’anno sono stati premiati: 

Erica Giopp con Un anno in Barcastop (Alpinestudio, 2019) nella sezione “Esplorazione–viaggi” – vincitrice anche del superpremio “San Polo La voce dei Lettori”.
Fabio Andina con La pozza del Felice (Rubbettino, 2018) per la sezione “Montagna: cultura e civiltà”.
Francesco Erbani con Non è triste Venezia (Manni Editore, 2018) nella sezione “Finestra sulle Venezie”.

Il Premio Honoris Causa è stato invece assegnato all’alpinista Nives Meroi.

Si può senza dubbio affermare che ognuno dei vincitori abbia almeno un tratto in comune con Giuseppe Mazzotti, a cui il premio è dedicato.
Andiamo quindi a conoscere più da vicino i protagonisti e le loro opere.

NIVES MEROI
Premio Honoris causa 2019

Nives Meroi Premio Honoris Causa 2019 Mazzotti

40 anni di alpinismo puro, quattordici 8 mila metri conquistati con il marito senza l’ausilio di ossigeno o sherpa, e un’umiltà che spiazza.

È nel sorriso sincero di Nives Meroi che risiede l’anima genuina e “pulita” dell’alpinismo. Quello fatto da persone capaci di compiere imprese inimmaginabili e di conservare le forze per riportare puntualmente i rifiuti al campo base.

Perché la montagna per Nives è natura, natura autentica e come tale va conservata. Una visione che si avvicina quasi alla perfezione a quella del Mazzotti, alla quale la “signora degli Ottomila” aggiunge un particolare:

“Sono solo un’alpinista, però con l’apostrofo. Quell’apostrofo è la mia bandierina di donna che faccio sventolare lassù. Lassù (…) sono Madre Natura che visita l’ultimo gradino sotto al cielo. Lassù so che il mondo è di genere femminile. La cima per me è il punto di congiunzione con tutto il femminile della natura.”

 

ERICA GIOPP – Un anno in Barcastop

Cosa spinge una 26enne di Pieve di Cadore a mollare tutto e a partire Un anno in Barcastop?

Lei lo riassume così:

“Crescere con le cime davanti agli occhi ti pone di fronte a un obiettivo, ma ti ricorda anche i tuoi limiti aiutandoti a sviluppare la voglia di superarli.”

E così Erica parte, con il desiderio di “strambare il mondo”.

Offrendo il suo lavoro a bordo in cambio di un passaggio in barca a vela, percorre 17.000 miglia, attraversando l’Atlantico, poi il Pacifico, fino ad arrivare a Bali.

Per un anno vive le gioie e i dolori di quella vita essenziale, selvaggia e mutevole come il vento che accomuna i barcastoppisti: tra la ricerca del passaggio e del capitano giusto, tra nausea, sudore, duro lavoro, bonaccia ed emozioni che solo l’oceano può dare.

Un anno in Barcastop Premio Mazzotti 2019

L’opera prima di Erica è il racconto crudo, leggero e ironico delle sue avventure/disavventure, una “guida non convenzionale per barcastoppisti”, che con una folata spazza via lo storytelling artefatto – e vissuto con tutti i comfort – di molti travel blogger “avventurieri”.

Scopri altre opere premiate per la sezione “Esplorazione – viaggi” nel corso degli anni.

Scopri il Mazzotti esploratore.

 

FRANCESCO ERBANI – Non è triste Venezia

Francesco Erbani Premiazioni Premio Mazzotti

Con Non è triste Venezia, il giornalista di Repubblica Francesco Erbani tocca un tema di eccezionale attualità, dedicando alla città “un libro per capire cosa si perde se si perde Venezia”.

La sua opera è “un reportage narrativo da una città che deve ricominciare”. Una città fragile, maltrattata, snaturata. Dal turismo e dallo spopolamento di massa, dalle Grandi Navi e dalle grandi opere, dall’acqua alta e dalla marea di B&B spuntati in questi anni.

Non-è-triste-Venezia-Premio-Mazzotti-2019

La chiave della rinascita di Venezia, secondo Erbani, è nel diventare “un concentrato di progetti di riurbanizzazione” capace di far ritornare i giovani e attrarre, anche temporaneamente, chi la città la vuole vivere e non sfruttare: artigiani, ricercatori internazionali, artisti.

Gli spazi ci sono, il desiderio e la richiesta anche.
Solo il tempo stringe, affinché Venezia non diventi un non luogo, finto come le ricostruzioni di Disney World, Las Vegas e Macao.

Scopri altre opere premiate nella sezione “Finestra sulle Venezie”.

Scopri il Mazzotti promotore della cultura veneta.

 

FABIO ANDINA – La pozza del Felice

Fabio Andina Premio Giuseppe Mazzotti montagna

La Pozza del Felice è un romanzo che sa di montagna, “scritto in baita” e ambientato in una valle alpina.

È una fuga dal caos cittadino e una riscoperta dei ritmi e dei riti delle genti di montagna. E di una persona in particolare: il Felice.

La Pozza del Felice Premio Mazzotti 2019 montagna

Per otto giorni il protagonista prova a vivere come lui, lo segue nei suoi interminabili giri, si rifugia con lui al caldo della Sarina, la stufa a legna, partecipa alla quotidianità della valle, tra discussioni al bar e baratti di cachi con formagelle.

Il Felice è di poche parole ma sono i suoi gesti, sapientemente descritti dall’autore – con un passato di studi cinematografici –, a rivelarci la sua filosofia di vita: essenziale, silenziosa, a volte cruda, ma profondamente in sintonia con la natura.

Scopri altre opere premiate nella sezione “Montagna: cultura e civiltà”.

Scopri il legame di Mazzotti con la montagna.

 

I premi speciali della Giuria

La Giuria ha scelto di assegnare anche premi speciali a due opere di particolare spessore culturale, che portano avanti, ognuna a suo modo, la visione del Mazzotti.

Un Premio Speciale è stato assegnato all’opera fotografica Racconti di un fotografo della terra del Piave (Ronzani Editore, 2019) di Paolo Lorenzon.

Paolo Lorenzon Premio Mazzotti 2019                     Premio Speciale della Giuria Mazzotti 2019

Il volume è un racconto autoriale in bianco e nero del territorio del Piave, a partire dagli anni ’60. Dietro l’obiettivo si percepisce un cuore che pulsa per questa terra, che soffre per il paesaggio che cambia ma in cui la natura, volente o nolente, è ancora protagonista.

Un’opera che si inserisce a pieno titolo nel solco del Mazzotti, che con le sue fotografie ha testimoniato, e spesso denunciato, i cambiamenti del paesaggio.

Meritatissimo Premio Speciale anche al volume collettivo Treviso Urbs Picta (Fondazione Benetton Studi Ricerche / Antiga Edizioni, 2017) a cura di Rossella Riscica e di Chiara Voltarel.

Riscica Voltarel Premio Mazzotti 2019                   Treviso Urbs Picta Premio Speciale Mazzotti 2019

Una testimonianza approfondita e interessantissima della bellezza di Treviso, attraverso le facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo.

Un viaggio attraverso un patrimonio architettonico unico, con l’obiettivo nobile di ricordare la sua preziosità e quanto sia importante la sua tutela.

 

Al prossimo anno per scoprire le opere vincitrici per terna dell’edizione XXXVIII del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”: Alpinismo, Ecologia e Paesaggio, Artigianato di tradizione.